Al centro di un importante progetto di riqualificazione, è la più grande piazza della Calabria e via d’accesso per la più vasta area commerciale all’aperto della regione. È percorribile pedonalmente su 5 mila metri quadri lastricati che si sollevano sulle due estremità, dotata di un ampio parcheggio interrato. Sempre a livello interrato dello slargo si trova uno spazio polifunzionale dedicato alla cultura, il Museo Multimediale della città, in cui l’arte e l’architettura si possono incontrare virtualmente e realmente attraverso mostre temporanee e laboratori. Sullo slargo sono esposte le opere del maestro Giuseppe Gallo, un gruppo di dodici statue “I Filosofi guerrieri” modellate in acciaio corten mentre posizionata lateralmente della piazza segnaliamo la “Bifrontale” di Pietro Consagra.
Il Museo Multimediale
Il Museo Multimediale di piazza Bilotti, ubicato nella struttura sottostante la piazza, ospita uno spazio didattico-educativo contemporaneo che accoglie un primo lavoro cinematografico di Gianfranco Confessore che, tra l’altro, vede fra gli attori i bravissimi studenti del liceo classico Telesio, già avvezzi a portare in scena tragedie greche. Una nuova struttura avveniristica in cui i visitatori sono accolti da proiezioni di immagini suggestive della città e dei suoi beni culturali e storici. Un modo attraente e innovativo per far conoscere ai giovani la nostra storia, con visite basate sulla conoscenza virtuale.
I Filosofi Guerrieri
Posta ad ornamento di Piazza Bilotti, l’opera di Giuseppe Gallo è punto di partenza nella scoperta del Museo all’aperto Bilotti, nonché elemento suggestivo del riqualificato centro cittadino.
I dodici filosofi guerrieri sono i figli di una terra disagiata, ma per sua natura colta. Le dodici grandi figure in corten riassumono l’archetipo della natura umana inteso come dualismo tra istinto e utopia/ragione, uno dei temi preferiti dall’artista. In ciascuna figura tale dualismo è espresso dal dinamismo della torsione dei piedi – ad evocare l’istante che precede l’inizio della danza – in contrapposizione alla staticità del capo chinato verso il petto, che richiama l’atto del pensare. L’artista ha inserito poi nell’installazione alcuni simboli della cultura calabrese, come il lupo della Sila e il toro della Sibaritide. Sul cerchio sorretto da cinque filosofi sono incisi i nomi di alcune popolazioni che abitarono la Calabria per molti secoli. Altro elemento presente nell’opera è l’albero della vita, archetipo ricorrente nelle varie religioni e culture.